Palazzo Valentini
E' costituito da due corpi addossati, costruiti in epoche diverse e collegati da una comune scala in tufo tutt'ora esistente.
La parte più antica ricalca nell'architettura una tipologia di costruzione simile a quella di Palazzo Ritacca, il che fa supporre che siano grossomodo coeve e quindi da collocare dopo l'anno mille. Il palazzo
disponeva di tutte quelle attrezzature tipiche del tempo, necessarie ai fabbisogni quotidiani: cisterna per l'acqua, forno, granaio, legnaia, stalla, pagliaio e palmento, alcune situate nei locali dei piani bassi o nella soffitta del palazzo, altre nelle immediate vicinanze.
È documentato che, nella prima metà del 1800, regnando Ferdinando II re delle due Sicilie, fu la dimora di un'importante, distinta, autorevole e influente famiglia: la famiglia Paese. Tre dei suoi componenti furono sacerdoti: Don Vincenzo, Don Nicola e Don Filippo Paese, quest'ultimo parroco di Zumpano negli anni compresi tra i primi decenni del 1800 e il 1874 circa.
Un altro componente della famiglia Paese, Francesco, ricoprì alte cariche nell'ambito dell'allora Arma dei Carabinieri svolgendo grossi compiti di polizia civile e militare.
Gaetano Paese e il resto della famiglia disponevano invece di una cospicua quantità di beni immobili.
Nel giro di alcuni anni, Don Vincenzo, Don Nicola, e Gaetano Paese, caddero in rovina e furono costretti a vendere i rispettivi patrimoni che furono acquistati dal fratello Francesco, direttamente o da compratori che li rivendettero. Costui rimase l'unico proprietario dei beni di famiglia, compreso il palazzo dove avevano sempre dimorato. Coniugato con Vincenza Ripoli, Francesco non ebbe eredi.
In accordo con la consorte adottarono una bimba che avrebbe poi sposato un membro della famiglia Valentini.